La Mia Esperienza col Bondage
La mia esperienza col bondage
Mi chiamo Asia, ho trentanove anni e nei confronti del sesso ho sempre avuto un atteggiamento libero e consapevole. Undici anni fa la mia sessualità ha subito un notevole cambiamento: ho avuto modo di conoscere il mondo del Bdsm, acronimo che sta per Bondage & Disciplina (B&D), Dominazione & Sottomissione (D/s o Ds), Sadismo & masochismo (S&M o SM). A ventotto anni ho intrapreso una relazione con un dominante: praticava da molto tempo e me ne parlava spesso. Ero estremamente incuriosita da ciò che mi diceva, anche se convinta che non facesse per me. Man mano che la nostra conoscenza si faceva più intima e ascoltavo i suoi racconti, cominciavo però a chiedermi se ero così certa che non potesse piacermi.
Perché ho deciso di provare
Inizialmente è stata soprattutto una sfida con me stessa: lui, dimostrando grande esperienza ed intelligenza, è andato per gradi. Ha cominciato con stimolazioni che non potrei definire realmente dolorose, per portarmi, nel giro di pochi mesi, a subire sessioni anche molto dure ed intense. Il dolore, per me, restava dolore. Eppure iniziava ad assumere una valenza estremamente potente e nuovi fattori portavano l’esperienza della sofferenza su piani differenti. Sperimentavo un senso di orgoglio che aumentava la mia autostima, nel superare i miei limiti, di volta in volta, di sessione in sessione. Poi sono subentrati altri elementi, quali l’erotizzazione del dolore: il fatto che alle sessioni seguissero momenti di intenso piacere, dopo un certo periodo, ha cominciato a causare nel mio corpo una sorta di confusione tra i due stimoli, e mi sono resa conto di reagire alla sofferenza con le stesse manifestazioni fisiche normalmente causate dall’eccitazione. Portare sulla pelle i segni, sempre più durevoli e sempre più marcati, della frusta, delle corde, del cane (canna di bambù) mi ricordava continuamente cosa ero stata capace di sopportare, e mi faceva sentire più forte.
Come il bdsm ha cambiato la mia vita
Dopo alcuni mesi, la nostra relazione è finita, ma essermi aperta a questo nuovo mondo mi ha cambiata sia dal punto di vista sessuale che emotivo. Mi sentivo diversa. Avevo raggiunto un nuovo livello di consapevolezza, ed ero determinata a continuare il mio percorso: ho cercato online e ho scoperto una comunità molto attiva, all’interno della quale ho trovato alcune persone meravigliose, cui oggi mi piace pensare come alla famiglia che mi sono scelta e pochi, preziosissimi, partner di gioco. Per comune scelta, non facciamo sesso, ma abbiamo rapporti di un’intimità ancora più profonda basata su fiducia e complicità: condividiamo sessioni che ci appagano profondamente, come anche momenti di vita quotidiana, supportandoci vicendevolmente con affetto. L’esplorazione della mia sessualità si è trasformata in un’introspezione che è andata molto oltre l’ambito del Bdsm. Oggi ho una conoscenza molto più dettagliata di me stessa: sapevo già di non essere monogama e sono stata a lungo single, non volendo mentire, né dover scegliere tra negare la mia natura e tradire. Confrontarmi con persone di grande apertura mentale, che vivono la loro vita sentimentale con regole diverse da quelle adottate dalla nostra società, mi ha dimostrato che sono possibili delle variazioni su tema, e che chi si sente «stretto» nella vita di coppia, ha delle alternative inaspettatamente foriere di grande serenità e gioia.